Recensione KZ ES4

Sebbene io non sia un grande fan di KZ – lo potrete capire dalla mia recensione delle ZS3, che trovate qui – quando mi è stato proposto di testare queste ES4 ho acconsentito, sperando in un miglioramento in questa nuova generazione. Vero è che dovrei rivolgermi alla diretta evoluzione delle ZS3 (le ZS4) perché questo intento risulti più scientifico, ma credo che non ci sia una grande differenza tra le due se non nelle fattezze. Per quanto riguarda l’hardware, infatti, sono entrambe cuffiette ibride a doppio driver, e il prezzo di vendita è il medesimo.

Ringrazio Easy Earphones/YinYoo per il sample e lascio il link per l’acquisto su Amazon alla fine dell’articolo.

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Unboxing e prime impressioni

L’esperienza di spacchettamento è la stessa di qualsiasi altra KZ di fascia economica: dentro alla scatola bianca - con le forme degli auricolari disegnate sul fronte e le specifiche tecniche sul retro – ci sono le cuffiette, il cavo (che arriva staccato) e qualche foglio dalla dubbia utilità. Le cuffiette sono gradevoli esteticamente, di un rosso semitrasparente al cui interno si vedono i driver e un circuito con tanto di logo di KZ che è probabilmente piazzato lì per bellezza, ma non è funzionante. Lato costruttivo sono meno entusiasta: i due pezzi di plastica (di mediocre qualità) che compongono il guscio paiono essere attaccati in maniera molto precaria e appena ho attaccato il cavo ho sentito degli scricchiolii molto poco rassicuranti. A proposito di cavo, l’ho trovato migliorato rispetto alle ZS3, è intrecciato e non più un semplice filo di gomma. Altro lato positivo, che rimane, è il jack a L. Meno apprezzabile l’archetto in memory (che è proprio un fil di ferro rivestito) che va appoggiato sull’orecchio, che è scomodissimo per due motivi: mantiene una forma troppo rigida che non si adatta a dovere all’orecchio, e rende impossibile districare il cavo quando si attorciglia.

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Fortunatamente il cavo è sostituibile, per cui potete acquistare quello che più si confà ai vostri bisogni (farò un esempio più avanti in questa recensione). Specifico che ho in test la versione che arriva di default senza microfono lungo il filo (fattore che tendenzialmente preferisco, in quanto evita possibili interferenze elettriche).

La vestibilità con il cavo di serie è pessima. Se avevo trovato scomode le ZS3, è perché non avevo provato queste. Non voglio esagerare (avrei spontaneamente fatto il paragone con l’infilarsi un camion nelle orecchie), ma il fatto che i gommini di serie siano piuttosto duri e con una strana trama zigrinata (tipica delle KZ, peraltro) e le dimensioni siano enormi, il comfort che ne deriva è nullo. Per questo ed altri motivi, le mie sessioni di ascolto con questi auricolari sono state davvero brevi. Se non altro, ho rivalutato la comodità delle ZS3. Come per il cavo, consiglio di cambiare anche i gommini, magari con un paio in memory foam.

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Per provare a migliorare la situazione della scomodità, ho montato un cavo aftermarket a 6 core che mi ha inviato YinYoo – che è anche il produttore dello stesso. Cosa migliora rispetto al cavo originale? Il fatto che non si ingarbugli, che abbia un serracavo (il famoso “chin slider”), e che sia privo di qualsiasi tipo di archetto in fil di ferro/memory/quant’altro. Migliora notevolmente anche la vestibilità, permettendo un ascolto decisamente più confortevole. L’unico lato che rimane negativo, nel frangente comodità, è che pur utilizzando i gommini di misura più piccola continueranno a dare fastidio. Questo perché il beccuccio è assolutamente fuori misura – anche gli stessi gommini richiedono tantissimo tempo per essere montati, se siete abituati ad auricolari con misure standard. Un paio di cuffie (di tutt’altro livello) che mi hanno stupito per il motivo opposto, ovvero per l’estrema comodità nel cambiare i gommini, sono le Mason V3 di Unique Melody (la recensione qui).

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Suono

I test sono stati fatti con il FiiO M7, il Dodocool DA106 e il MacBook Pro - con e senza la Focusrite 2i2.

A suo tempo, ho sconsigliato le ZS3 soprattutto per la esagerata enfasi nei bassi e gli alti insufficienti. Noto che in queste ES4 c’è stato un tentativo di bilanciare le frequenze, ma che risulta nel complesso insufficiente. Faccio un passo indietro.

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Al primo ascolto queste cuffie non sono state terribili. C’è una buona spazialità, un suono avvolgente, sempre tendente al caldo ma non così spostato sui bassi come le ZS3. Penso che per chi non abbia particolari pretese, né abbia già avuto esperienze acustiche di alto livello, né abbia un budget più alto, queste cuffie possano anche essere soddisfacenti. Il suono è il più delle volte credibile, migliore in senso generale di altre cuffie che ho provato, e digerisce in un modo o nell’altro qualunque genere musicale.

Ma un’analisi più tecnica, e soprattutto un confronto diretto con altri modelli, mi hanno fatto ridimensionare le prime impressioni riguardo al suono.

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I bassi sono buoni, ma peggiori rispetto alle ZS3: più lenti, meno precisi e purtroppo seguono la tendenza generale di questi monitor (un po’ fa male chiamarli così) ad avere uno strano riverbero per tutta la scena. Ma, compresa l’atmosfera che si crea indossando questo prodotto, che definirei quasi una “virtualizzazione” di dubbia utilità, non mi sento di dire che i bassi sono un punto di debolezza del prodotto. Anzi, chi li apprezza può affidarsi, con qualche riserva, a queste cuffie. C’è anche un accenno di sub-bass, rivolgendosi ai giusti pezzi (e.g. “Butterflies” di Sia, tutt’altro che recente ma ben mixata e masterizzata, come tutto l’album a cui appartiene, “Colour the small one”). Oltretutto, le percussioni sono discrete e abbastanza incisive, per cui per un uso casual le posso davvero comprendere. Magari avendo anche dei grossi padiglioni auricolari. Sbilanciandomi, direi addirittura che le percussioni sono la cosa migliore che potete tirare fuori da queste cuffie.

Gli alti rimangono un problema. Come nelle ZS3, e nonostante il cavo migliore, i sibili sono ancora presenti – ma leggermente meno udibili – e i suoni in gamma alta tendenzialmente troppo aspri. Cercando un grafico di risposta in frequenza, è effettivamente possibile notare una seria difficoltà dei driver a riprodurre gli alti. Le voci femminili sono accettabili. Quando faccio distinzione tra voci maschili e femminili, intendo quelle molto alte (femminili) e molto basse (maschili), ma tendenzialmente le impressioni si equivalgono tra le voci, soprattutto tra gamma contralto e gamma tenore. Infatti, un Chris Martin suonerà bene tanto quanto Josephine degli Oh Wonder: bene, ma non eccezionalmente.

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Non c’è un palcoscenico particolarmente ampio né una scena realisticamente riprodotta (dallo stesso album citato sopra, “Don’t bring me down” è un pezzo perfetto per testare la scena ricreata; qui è mediocre, non pessima). Il prodotto è economico e non bisogna avere troppe pretese, ma ho l’impressione che KZ punti esclusivamente alla quantità dei prodotti piuttosto che alla qualità degli stessi. Se pensiamo a quanti modelli con la stessa configurazione sono nella loro linea, viene da chiedersi perché non farne uno solo, ma con un comfort migliore, una qualità costruttiva superiore e una ricerca più approfondita in ambito acustico. Non lo dico per screditare questo prodotto, che se la cava con i giusti accorgimenti, ma perché la concorrenza è più che mai agguerrita soprattutto in fascia economica. Di queste ES4 ho letto e sentito tante cose: un ragazzo sosteneva che fossero migliori, sotto ogni aspetto, alle Shure SE215. Lungi da me lasciare inattaccati i mostri sacri (anzi, per le Mason V3 di Unique Melody non ho avuto tante belle parole da spendere), ma queste KZ non possono competere con prodotti di fascia superiore. Per 15/20 euro il suono è discreto, ma nulla più. Anzi, comparandole alle Xiaomi Hybrid Dual (di prima generazione), con la stessa configurazione e sulla stessa fascia di prezzo, ne escono addirittura sconfitte. Non oso immaginare contro quelle di seconda generazione. L’unica cosa per cui darei una nota di merito alle ES4, in questo confronto, è che reggono volumi più elevati.

TinAudio T2 Pro, KZ ES4, BGVP DMG

TinAudio T2 Pro, KZ ES4, BGVP DMG

Conclusioni

Per come sono concepite, queste KZ ES4 paiono più una forma prototipale di monitor che un prodotto pronto. Se arrivassero con un cavo migliorato negli aspetti che ho sottolineato, dei gommini migliori e un generale occhio di riguardo per la qualità – che pare mancare quasi in ogni frangente – sarei felice di pagarle di più, sapendo di aver speso meglio i miei soldi rispetto alla situazione attuale. Attualmente, sono un prodotto salvabile solo sostituendo il cavo – che, considerando quello che ho utilizzato io, porterebbe la spesa totale intorno ai 40 euro: cifra che questa combo non vale. Con circa 40 euro prendete le RevoNext QT2 (qui la mia recensione) e avete tra le mani un prodotto superiore in ogni aspetto. Altre alternative? Le T2 di TinAudio oppure le ottime YinYoo V2 che sto testando al momento. Lascio di seguito il link per l’acquisto di queste ES4 e, soprattutto, del cavo aftermarket di YinYoo – vero protagonista di questa recensione, ma che ne avrà anche una tutta sua.