Recensione Redmi Note 7

Prezzo: 150€

Dove acquistarlo: http://shrsl.com/1voo5 (versione Pro 6/128 con Snapdragon 675); http://shrsl.com/1voo9 (versione della recensione)

Specifiche tecniche (da https://www.mi.com/it/redmi-note-7/specs/):

  • S.O.C: Snapdragon 660, Octa Core, fino a 2.2 GHz di clock

  • GPU: Adreno 512, fino a 850 MHz di clock

  • Ottiche: 48 MP (Sony IMX586) + 5 MP, 13 MP frontale

  • Display: LCD IPS 6.3 pollici, risoluzione 2340x1080 px, Full HD, 409 PPI

  • Batteria: 4000 mAh con Quick Charge 4 di Qualcomm, non removibile; ricarica via USB C

  • Dimensioni: 159,21 mm x 75,21 mm x 8,1 mm

  • Peso: 186 grammi

  • Supporto al dual sim (dual standby), in alternativa all’espansione di memoria via micro USB

  • Satelliti: GPS + AGPS + Glonass + Beidou; (non Galileo)

 

Grazie a Gearbest per l’unità che ci è stata fornita per la recensione.

 

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Unboxing e prime impressioni

Redmi Note 7 è il primo prodotto di casa Redmi come nuovo brand separato da Xiaomi. Se siete estimatori del brand da lungo tempo, saprete come alle origini Xiaomi spediva i prodotti in scatole in cartone riciclato, ben poco premium alla vista ma certamente molto concrete – esattamente come la filosofia del marchio. Con il tempo, per questioni di marketing, anche la presentazione dei prodotti è diventata un punto centrale – basti considerare che ora, anche in Italia, gli smartphone Xiaomi/Redmi vengono venduti in negozio, dunque è altrettanto importante l’impatto visivo. Dunque la scatola è bianca, in cartoncino raffinato, con accenti arancioni che riprendono il marchio Mi (che non sparisce). Il nostro sample proviene da Gearbest ma è un’unità Global, come attestano la scatola e la versione della ROM montata sul dispositivo. Ci teniamo a precisarlo, perché negli anni molti smartphone presenti sia in versione China che in versione Global sono stati spacciati per Global nativi dopo alcuni magheggi software, senza considerare i potenziali problemi con gli aggiornamenti e con le eventuali bande mancanti per agganciare la connessione – spesso in Oriente le frequenze dati non sono le stesse di cui usufruiamo noi (i più navigati conosceranno la questione “banda 20” che tutt’ora riguarda alcuni marchi orientali). In confezione è presente un caricatore rapido Quick Charge 3.0, un cavo USB type A/type C, una cover in silicone trasparente (decente) e i vari manuali. Non c’è, come in tutti gli Xiaomi, un paio di cuffie in confezione, sebbene – fortunatamente – sia ancora presente il jack audio da 3.5mm. Davvero apprezzabile l’ergonomia del dispositivo, che rispetto al Mi MIX 2 della stessa azienda perde qualche millimetro in larghezza e permette una presa più salda. Il telefono ha un posteriore in vetro con due fotocamere piuttosto sporgenti; la cover di serie mitiga ma non annulla il rischio di graffiarle perché protrudono significativamente.

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Il jack audio è sulla parte superiore del frame, vicino al microfono e al sensore a infrarossi per controllare più o meno qualsiasi elettrodomestico dotato di controllo remoto. Avrei preferito trovare il foro per le cuffie nella parte posteriore, accanto alla porta Type C (la quale, purtroppo, è solo in versione 2.0).

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I tasti volume e il tasto di accensione/spegnimento sono posti sulla destra, in posizione mediamente comoda.

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Fattore molto positivo è il peso, che si attesta intorno ai 185 grammi. Non è poco in assoluto, ma abituato a Mi MIX 2, che supera ampiamente i 200 grammi, sono rimasto piacevolmente sorpreso dalla maneggevolezza, viste anche le dimensioni che rimangono considerevoli. Il polliciaggio è infatti di 6.3’’, che riescono ad essere più contenuti in assoluto perché il rapporto di forma cambia: da 2:1 a 19,5:9.

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Questo cambiamento è per ospitare la fotocamera frontale, incastonata a goccia sulla parte superiore dello schermo, che invade – ma discretamente – la barra di stato. Lo ripeterò più avanti, ma qui il software è stato trascurato, perché c’è tutto lo spazio per mostrare le notifiche – a differenza di altri device dell’azienda direttamente plasmati da iPhone, che montano dei notch molto più considerevoli e intrusivi – ma la ROM Global non ha l’opzione per mantenerle visibili. Spoiler: se montate una ROM Xiaomi.eu, questa questione è stata da tempo ampiamente aggirata; non propriamente una cosa da utente comune, però.

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Display

Al primo avvio, la classica configurazione MIUI – già in versione 10 con Android 9 Pie – accoglie anche l’utente meno esperto. Si nota una cosa in particolare già dai primi minuti: il display è molto più luminoso rispetto a quello di MIX 2, ma non sembra completamente laminato. Pur essendo entrambi LCD, l’impressione è che quello di MIX 2 sia qualitativamente superiore, ma di generazione precedente. Entrambi hanno gli angoli stondati, com’è di moda ormai da un paio d’anni, ma quelli di Note 7 hanno decisamente un raggio superiore. I colori sono un po’ slavati e in generale la qualità del pannello rispecchia abbastanza il prezzo di vendita. Anche rispetto ad altri modelli della stessa fascia, della medesima azienda, non regge benissimo il confronto sotto alcuni versanti: pensiamo a Mi Note 3, che nel suo classico rapporto di forma e i “medievali” angoli retti riesce ad essere un gradino sopra per quanto riguarda la definizione e la resa cromatica.

 

Prestazioni

E visto che si parla di Note 3, passiamo alle prestazioni, visto che i due smartphone condividono gran parte dell’hardware. Entrambi, infatti, montano un Qualcomm Snapdragon 660 (tutte le specifiche qui https://www.qualcomm.com/products/snapdragon-660-mobile-platform). Pare ormai scontato utilizzare un chipset di questa azienda, eppure il successore di Note 7 monta un Mediatek. Tristemente. In ogni caso, le prestazioni sono sempre solide e i consumi ridotti, anche grazie alla batteria da 4 Ah, che svolge più che egregiamente il suo lavoro. L’accoppiata 660 (a 10 nm) e batteria massiva promette risultati migliori anche dello stesso Mi Note 3, che ha 3.6 Ah – e già, a suo tempo, svolgeva un lavoro ottimo sotto questo frangente. Molti nel tempo hanno sostenuto la tesi delle prestazioni paragonabili a quelle di Mi6/MIX 2. Non è così: l’accoppiata 835 + memorie UFS 2.1 ha decisamente una marcia in più anche nell’utilizzo quotidiano, rispetto al 660 + memorie EMMC 5. Ripeto, i consumi giovano sicuramente di questa accoppiata meno energivora, ma le prestazioni non sono sempre al pari, soprattutto per quanto riguarda installazione di applicazioni, caricamento di giochi, ecc..

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Audio

Il comparto che ci interessa di più, tuttavia, è quello multimediale. Da portale audiofilo, siamo quanto più contenti di trovare un jack audio su questo dispositivo. Non c’è alcun DAC dedicato, ma la MIUI include un’ottima gestione software dell’equalizzazione tramite preset. In più, il dispositivo supporta l’audio via USB C tramite applicazioni dedicate, quindi DAC/Amp esterni verrano riconosciuti e potranno essere usati per bypassare la circuiteria interna e godere di un audio migliore sotto ogni aspetto. Ma, dongle a parte, l’audio in uscita è discreto di default: non ci piloterete le Tin HiFi P1, che sono planari, ma le varie RevoNext, KZ, BGVP, 1MORE, non avranno alcun problema di volume né di qualità generale. L’unica cosa – comune a molti smartphone – è il fruscio di sottofondo dato dall’upscaling del campionamento dei pezzi offline. Alcuni player offrono la riproduzione nativa a 44 kHz, mentre Android di default converte a 48 kHz, con il risultato di un audio più disturbato e generalmente meno pulito. Noi abbiamo accoppiato una RevoNext QT2, dalle buone prestazioni sonore e dal prezzo in linea con la potenziale utenza di questo smartphone (talvolta sono in offerta addirittura a 20€).

L’audio in chiamata è sempre pulito e alto, con dei microfoni che per questo utilizzo sono più che discreti. Per le registrazioni, anche se impostate in alta qualità, è consigliabile invece l’utilizzo di un microfono esterno – visto che, comunque, il jack è ancora presente.

 

Foto e video

Il comparto foto/videografico è più che discreto per la cifra. I microfoni non sono eccezionali, dunque i video saranno qualitativamente gradevoli all’occhio ma meno all’orecchio. La fotocamera principale, che supporta il pixel binning, gira fino a 60 fps in Full HD. Si può scattare a 48 MP, ma di default 4 pixel vengono condensati in uno per offrire scatti con rumore ridotto a 12 MP. Una tecnologia che funziona a dovere. Un grande vantaggio di Note 7 è il supporto nativo alle Camera2 API, dunque la Fotocamera Google sarà installabile via apk senza alcuna procedura di sblocco bootloader o permessi di root. La GCAM è notoriamente un salvavita, ed effettivamente aumenta la – già convincente – qualità fotografica di questo dispositivo. Di seguito alleghiamo qualche foto fatta dalle due applicazioni – stock e GCAM. (Aggiorneremo in futuro con un test più approfondito)

GCAM

GCAM

Stock

GCAM

Stock

GCAM

Stock

GCAM

Stock

GCAM

Stock

 

Batteria

Buona qualità costruttiva, buone prestazioni, buon comparto multimediale. E la batteria non è da meno, anzi. Forse è il comparto in assoluto più convincente di questo dispositivo. Con un uso molto intenso (più o meno tutta una giornata di utilizzo con schermo perennemente acceso) non ci sarà bisogno di ricaricarlo. Con uso intenso ma meno schermo acceso, fa anche mezza giornata in più. Con uso casual, regge anche più di due giorni. Un performer strepitoso. In proporzione, dura tre volte tanto un Mi MIX 2 di due anni – quindi, comunque, con una batteria molto provata – e due volte in più rispetto a un Mi Note 3 altrettanto vecchio. Certamente la gioventù gli giova, ma c’è da dire che ha delle ottime prestazioni pur essendo così parco nei consumi. Un processore davvero riuscito e un sistema operativo ben ottimizzato, con una batteria assolutamente di livello.

 

Software

Il software è… la solita MIUI di sempre. Migliora col tempo, anche se a volte inciampa. Per esempio, la già citata questione notifiche. Le riceve tutte e puntuali, ma non appaiono nella statusbar per colpa del notch. Una scelta insensata che ci auguriamo venga risolta con la MIUI 11 in uscita a brevissimo, in quanto una tacca come questa in stile Essential PH1 non ha certo bisogno di escamotage per riuscire a mostrare le notifiche, dal momento che è davvero discreta. MIUI ha tutti i software preinstallati di cui potete aver bisogno (registratore, note, bussola, calcolatrice con tanto di cambio valuta e altre chicche, pulitore, antivirus, modalità gioco, calendario, eccetera), nonché le applicazioni Google principali. Personalmente ritengo sia un software assolutamente completo e graficamente appagante, nonché al passo coi tempi – se non addirittura all’avanguardia. Possiede già una modalità scura compatibile con le applicazioni che la supportano – Instagram, Play Store, YouTube, ecc.. -, nonché una modalità lettura efficace e impostabile in automatico a seconda dell’orario del tramonto. E poi le sveglie, con i timer impostabili secondo profili che fanno ascoltare i suoni della natura in loop con diversi scenari, o ancora l’accensione automatica del dispositivo all’ora scelta. Insomma, MIUI avrebbe bisogno di un articolo a sé in quanto è un software che si porta dietro un’esperienza di più di un lustro di sviluppo, che ha ispirato e continua a ispirare parecchi software della concorrenza. Importante sottolineare come le patch di sicurezza siano sempre sorprendentemente aggiornate, segno che Xiaomi sta mettendo un reale impegno nel supporto del dispositivo anche a un anno dall’uscita – i primi sei mesi già 15 milioni di unità erano state vendute!

Per i più smanettoni, questo smartphone è pienamente compatibile con ROM più vicine all’esperienza Android come l’ha pensata Google per i suoi Pixel. Ma anche questo è un discorso che non riguarda questa recensione.

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Conclusioni

Se Note 7 è stato – ed è, nonostante l’uscita del successore – un dispositivo consigliato in modo quasi unanime, il motivo è che offre molto più di quanto ci si potrebbe aspettare per la cifra a cui è venduto. Con le varie offerte costa ormai 150€, che è un prezzo ridicolo se pensiamo a tutto ciò che regala questo smartphone. Dalla batteria massiva, al peso comunque contenuto e una maneggevolezza ottima, al processore che non ha compromessi (basti pensare che è lo stesso del BlackBerry Key2, 360€). Di certo uno smartphone da consigliare, forse il migliore nella sua fascia di prezzo.

 

Pro

  • Prezzo

  • Qualità costruttiva

  • Cover già inclusa

  • Ha il jack audio

  • Batteria

  • Prestazioni

  • Software aggiornato e affidabile

  • Buon reparto foto/videografico

 

Contro

  • Design poco originale

  • Fotocamere che protrudono esageratamente

  • Microfoni non eccezionali

  • Display nella media

  • USB solo in versione 2.0, ma per la cifra non è davvero un contro