Recensione 1MORE Piston 1M301 In Ear

La gradita presenza di 1MORE all’interno di questo portale farà probabilmente capire ai più la qualità di questo brand e la fiducia che vi ripongo. Questa è la recensione delle Piston in versione “In Ear”, che condividono parecchi punti in comune con la versione “Earbuds”, le EO2320, che potete trovare qua. Ringrazio 1MORE per avermi contattato e avermi fornito questo sample, in cambio di un’onesta e disinteressata opinione. Potete acquistare questi auricolari qui: https://amzn.to/2CrGM14

Visto che ne ho la possibilità, svolgerò gran parte della recensione in relazione a quella delle Piston “piatte”, così da fornire una panoramica più interessante.

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Unboxing e prime impressioni

La sensazione – specifico, piacevole - di déja-vu nell’aprire questa confezione sarà comune ai già possessori di un paio di Piston: la cura dei dettagli e la dotazione di primo livello caratterizzano questa azienda come poche altre. La confezione prevede:

  • Una scatola rigida in cui sono inseriti gli auricolari e i gommini di ricambio (tre paia, oltre a quelli già applicati) – nelle EO320 il contenitore era metallico, a mio parere più elegante e nobile che questo in plastica rigida, che rimane in ogni caso funzionale;

  • Un sacchetto in simil-velluto per il trasporto;

  • Una clip per fissare il cavo agli indumenti;

  • Libretto di istruzioni (utile, leggetelo), sticker, libretto illustrativo di tutta la line-up di 1MORE.

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La dotazione è buona e ottimamente presentata. Positivo il fatto di avere quattro misure di gommini diverse per adattarsi con precisione ai padiglioni di tutti (precisamente XS, S, M e L). Di default sono applicati quelli di misura media, che ho inizialmente sostituito con quelli più piccoli, per poi tornare ai medi rendendomi conto che la vestibilità, più che la resa sonora, erano migliori per le mie orecchie. I materiali, come mi aspettavo, rimangono identici a quelli delle EO320: il cavo rivestito in nylon fino allo split, poi gommato; il guscio metallico di eccezionale fattura. L’unica, ovvia, differenza, è che queste sono intrauricolari. Differenza essenziale, come vedremo poi. Menzione speciale per la tinta di queste cuffie, di un rosso brillante, davvero piacevole, nel cavo che bene si accompagna al grigio metallizzato del corpo.

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Suono

Come sempre, specifico che le mie sorgenti sonore sono: FiiO M7, MacBook Pro 2012 con interfaccia audio Scarlett 2i2, Mi Mix 2 con dongle di serie o DAC/Amp Audirect Whistle.

Se devo pensare a una criticità delle Piston piatte, direi che è la poca incisività del suono. Le EO320, essendo semiaperte, hanno diversi pregi ma anche questo difetto: non si hanno dei bassi “punchy”, né delle percussioni estremamente coinvolgenti. D’altro canto, il palcoscenico giova di quella caratteristica in quanto ad estensione e l’ariosità del suono è molto gradevole. Cito queste caratteristiche in particolare perché è proprio dove queste 1M301 sono più diverse: l’essere In Ear permette ai bassi di avere una risposta più veloce e un isolamento dai rumori esterni di ottimo livello, oltre all’incisività che mancava alle sorelle. Di contro, il palcoscenico non è particolarmente esteso. La separazione degli strumenti è decente e la risposta in frequenza onesta. Ma devo fare un appunto: i bassi, soprattutto quelli di mezzo, sono un po’ troppo enfatizzati per i miei gusti, donando quell’effetto “pompato” che alle volte è esagerato e disturba, perché rimbomba e fa in qualche modo retrocedere le frequenze più alte in quanto a chiarezza. Lo si può sentire chiaramente con l’ascolto di colonne sonore – se volete seguire la mia esperienza, provate ascoltando la OST di Inception di Hans Zimmer – oppure con della musica classica – anche qui, vi consiglio le sonate per piano di Mozart KV 279 e successive: sono chiaramente generi un po’ disturbati da questa enfasi nei bassi, che prevalgono e rimbombano in modo un po’ eccessivo. A questo aggiungete il palcoscenico un po’ chiuso, e vi ritroverete a storcere un po’ il naso.

Consiglio invece l’ascolto di generi moderni che sanno sfruttare il potenziale di questi bassi veloci e che hanno un mastering in grado di far fronte ai rimbombi della situazione: provate con gli Alt-J o gli Oh Wonder, e l’esperienza sarà molto più gradevole. Anche se siete ascoltatori di rock progressivo possono soddisfarvi questi auricolari, le alte frequenze sono nitide e quando non c’è quella tendenza ad esagerare sui bassi – di solito sono più discreti in questi generi, oppure più bassi ancora! – l’esperienza di ascolto è molto gradevole.

Utilizzarle, infine, per film o serie tv, può darvi soddisfazioni relative: la scena che viene a crearsi, come ho già detto, è limitata, per cui il suono sarà probabilmente convogliato verso una direzione (stiamo pur parlando di un driver a pistone, che nasce in un certo senso per questo motivo). Però in un film d’azione, per esempio, potrebbero fare molto comodo questi bassi, questi rimbombi, questa incisività.

Per riassumere, il suono non è reference, ma V-shaped e nemmeno poco, con un’enfasi anche eccessiva sulle frequenze basse. Il sub-bass è veramente limitato, si sente appena nei pezzi in cui è particolarmente pronunciato. Gli alti sono abbastanza estesi, i medi leggermente arretrati, ma le voci non risentono in modo negativo di questo e sono sempre abbastanza pulite e percepibili. L’unica cosa che mi sento di criticare è questa “invasione” del basso nei confronti delle altre frequenze, che impedisce agli strumenti di avere una chiara separazione e impasta un po’ la scena. Di positivo c’è l’impatto di questo basso e la sua velocità – nonostante il riverbero eccessivo -, come anche la resa delle percussioni, merito anche della struttura In Ear degli auricolari.

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Ritengo importante sottolineare che il cavo, quando sfregato dalla metà in su, produce dei disturbi facilmente udibili anche in cuffia. Pur avendo lo stesso identico cavo delle Piston già recensite, probabilmente il fatto che queste siano intrauricolari rende percepibili dettagli anche meno intensi, perché non avevo notato questo problema con l’altro modello. Problema relativo, in ogni caso, e comune a moltissimi auricolari. Penso, ma non ne sono sicuro, che sia per via del cavo che non ha alcuna certificazione OF (senza ossigeno, quindi cavi sottovuoto, in parole povere), e per il prezzo la cosa è senza dubbio comprensibile. Il connettore è però placcato in oro, menzione particolare.

 

Vestibilità

Importantissimo punto a favore di queste cuffiette è come calzano perfettamente all’orecchio. Almeno, al mio orecchio. Bisogna trovare il giusto paio di gommini, e poi le potrete indossare all’infinito dimenticandovi di averle addosso. Un punto che vale doppio, se pensiamo che le Hybrid Dual di Xiaomi, sempre studiate da 1MORE, erano pessime da quel punto di vista, perché – sebbene fossero ben salde – affaticavano dopo un periodo brevissimo di utilizzo. E questo miglioramento mi fa ben sperare anche per quanto riguarda le Dual Driver e le Triple Driver, che – almeno per quanto riguarda l’aspetto – paiono condividere lo stesso guscio di queste Piston. Inutile dire che non vedo l’ora di testare anche i due modelli sopra citati, di fascia superiore.

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Confronti

I confronti più sensati da fare sono con le 1MORE Piston EO320 e con le Xiaomi Hybrid Dual (recensite qui).

Le prime: molto diverse, ma nel contempo chiaramente sorelle di queste In Ear. Generalmente ho preferito le EO320 per ampiezza del palcoscenico e generale bilanciamento delle frequenze. Se cercate più incisività e isolamento acustico, andate su queste 1M301. Per quanto riguarda la qualità, sono assolutamente alla pari. Cambiano solo questi aspetti del suono.

Le seconde: si può dire che le Hybrid Dual di Xiaomi siano una versione embrionale di queste Piston. Per comodità e resa ad alti volumi, le 1M301 sembrano una evoluzione delle Hybrid, che per la loro fascia sono ottime – anzi, erano, visto che è uscita la versione successiva – ma hanno dei chiari limiti, superati ottimamente da queste Piston. Il cavo, anche qui, è identico, ma le Xiaomi non hanno i comandi compatibili con iOs, che sono invece disponibili con le Piston.

Altro confronto sensato, con le RevoNext QT2: queste ultime sono superiori in quanto a qualità audio ed equalizzazione di riferimento. Perdono invece in quanto a vestibilità, dotazione e affaticamento (fisico e acustico). Ne ho scritto più approfonditamente nella recensione dedicata, che trovate qui.

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Conclusioni

Voglio dare i giusti meriti a questi auricolari. Primo: il design è stupendo, e non a caso ha vinto il premio “iF” del 2016. Secondo: sono state equalizzate da Luca Bignardi, come tutte le altre 1MORE (qui un approfondimento ufficiale), ma in tal caso mi sento di dire che poteva essere fatto qualcosa in più in termini di resa. Non manca l’hardware, ma il suono non è perfetto di default. Con un po’ di magheggi ed equalizzazione possono migliorare, e il mio consiglio è di abbassare leggermente i bassi per godere di una scena meno impastata. In ogni caso, non vedo perché dovrei sconsigliare di acquistarle: sono pensate per tutti, non per gli audiofili, e sono molto versatili. I comandi a filo sono universali per quanto riguarda gli smartphone (play/pausa, volume, traccia avanti e indietro, assistente vocale), il cavo è di buona fattura, c’è un astuccio per il trasporto, i materiali sono premium e i gommini sono quantitativamente e qualitativamente sopra la media. In più il prezzo è concorrenziale. A voi la scelta.

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Lascio nuovamente il link all’acquisto qui sotto.