Recensire un prodotto significa fare una valutazione critica; si prende in mano l’oggetto, lo si utilizza, lo si studia. A volte conviene compararlo ad altri oggetti simili che svolgono lo stesso compito, a volte è meglio isolare il giudizio da inferenze esterne. Uno dei grandi miti delle recensioni, siano esse di prodotti, macchine, film o cibo è che siano oggettive. L’oggettività è quello a cui tutti mirano ma che nessuno può raggiungere. Per esempio, l’obiettivo preso in esame in questa discussione mi mette in difficoltà: più mi sforzo a ricercare l’oggettività e più mi rendo conto che questa lente non abbia difetti rilevanti, il che mette in crisi il recensore, il quale è alla ricerca di motivazioni che possano ritrarre dall’acquisto di un prodotto. In questo caso, non ne trovo. Questa è la recensione di Techinblack del Lumix G 35-100mm f/2.8 II.
Caratteristiche tecniche
Si tratta di una lente per sistema Micro 4/3 (d’ora in avanti m4/3) prodotta a partire dal 2017 e che fa parte della serie “G” di Lumix, ovvero la fascia più alta, quella che garantisce ottime prestazioni ma che al contempo inizia ad avere prezzi considerevoli. Il corpo dell’obiettivo è metallico, solido, ben costruito e il peso è generoso, quasi 400 grammi con il paraluce, sicuramente superiore alla media delle lenti per sistemi m4/3. La lente è tropicalizzata e resiste a schizzi d’acqua e infiltrazioni di polvere. Le dimensioni sono anch’esse superiori alla media di riferimento, visto che questo strumento misura 10 cm in lunghezza e ha un diametro della lente di 58mm. Inoltre, cosa non indifferente, è presente una stabilizzazione d’immagine su 2 assi; questo sistema, che già da solo compensa ai micro-movimenti della mano del fotografo, può lavorare in tandem con la stabilizzazione del corpo macchina (se presente) garantendo una stabilità eccezionale anche in situazioni particolari, come quelle in cui ci si ritrova a scattare con un forte vento laterale o in condizioni di scarsa luminosità e non si ha a disposizione un treppiede. La focale è davvero interessante: si tratta di un 35-100mm, il che significa che, di fatto, siamo di fronte ad un 70-200, per via del fattore moltiplicativo insito nel sensore m4/3. Questa lente, quindi si inserisce nel filone di prodotti di fascia alta che spaziano dal medio-tele al teleobiettivo vero e proprio e che offrono prestazioni eccellenti sia per il ritratto sia per la fotografia sportiva e naturalistica. L’apertura è costante a f/2.8 per tutta l’estensione dello zoom, cosa che rende questa lente un prodotto premium, la creme de la creme degli obiettivi zoom. Sul corpo sono presenti due anelli di regolazione, uno per lo zoom e l’altro per la messa a fuoco. L’anello dello zoom è rivestito in gomma per un migliore grip, cosa che però mi fa un po’ storcere il naso, dato che il rivestimento tende a trattenere la polvere, che quindi va a sporcare la superficie del corpo della lente. C’è da dire anche che lo zoom avviene internamente; il movimento dei gruppi ottici che permette di cambiare la focale è stato studiato per avvenire senza allungamenti dell’obiettivo stesso, il che significa che sia a 35mm che a 100mm la lunghezza dell’obiettivo è la stessa. Questa chicca si traduce in un aumento di solidità, in una diminuzione di rischio di urti e nella possibilità di montare questa lente su stabilizzatori elettronici senza comprometterne la stabilità. È un obiettivo che, a partire dalla costruzione, si presenta come un prodotto senza compromessi, costoso forse, ma dotato di estrema qualità.
Prestazioni ed ergonomia
Eccellenti. E si potrebbe chiudere qui questa sezione. Tuttavia argomenterò. Già a f/2.8 si presenta come uno strumento nitidissimo e dall’ottima resa cromatica, con vignettatura inesistente e senza distorsioni visibili. A f/4 diventa un bisturi. Nitidezza e resa cromatica sono, oggettivamente parlando, due punti di forza. Questa lente garantisce ritratti, sia in studio sia all’aperto, dalla qualità elevata e dalla “pasta” piacevole. Ottimo anche lo sfocato a tutta apertura, omogeneo e rotondo, cosa non facile da trovare in un sistema m4/3. Anche i flare sono contenuti. Per quanto riguarda il comparto video, nulla da dire: utilizzabile, precisa, affidabile, soprattutto se non le si richiedono grandi movimenti di macchina. Perfetta per primi piani incisivi. La stabilizzazione è superba, soprattutto se abbinata ad un corpo macchina anch’esso stabilizzato. Per esempio, montata su una GH5, ho potuto registrare a mano libera cose impensabili a distanze proibitive con una stabilità impressionante (per esempi di ciò, vi rimando alla video-recensione di questa lente)
A livello di ergonomia, si tratta di una lente che bisogna imparare a gestire. Non è leggera e non è piccola come altri obiettivi per m4/3, il che porta uno sbilanciamento in avanti del set-up. Niente di drammatico, specie con corpi macchina più solidi come quelli della GH5 o della G9, ma sicuramente la reputo un po’ scomoda per modelli più minuti, come la G7 o la GX80. Se proprio dobbiamo trovare una nota dolente, questa sicuramente è rappresentata dall’abnorme paraluce. Grande, grosso, ingombrante, è lungo quasi quanto la lente stessa e, certo, rappresenta un’ottima protezione sia dai flare che dagli urti frontali ma è anche un’aggiunta in lunghezza che fa si che la lente sporga di quasi 20 cm rispetto al corpo macchina, accentuando lo sbilanciamento. Ovvio, si può sempre scegliere di non metterlo. Altra pecca, questa sì, è la distanza minima di messa a fuoco di ben 85mm, il che la rende tutto fuorché una lente macro, anche zoomando al massimo.
Considerazioni
Introduciamo il dato del prezzo: sopra gli 800 euro. Si può trovare usato a circa 700, lo si può trovare a prezzi ancora inferiori su store online asiatici o d’oltreoceano ma rimane il fatto che questa lente sia obiettivamente costosa. Ma quanto, in realtà? Se comparata alle equivalenti di casa Canon o Sony, entrambe lenti strepitose, questa lente costa molto meno; infatti, sia il Canon L 70-200 che il Sony GM 70-200 sfiorano i 2000 euro. È anche molto più piccola e leggera. Lungi da me comparare due sistemi diversi (m4/3 e FF) ma il dato è interessante perché, relativamente a questo Lumix G, è più corretto dire che sia costoso se paragonato alle altre lenti compatibili con il sensore di riferimento. In pratica, siamo di fronte ad un obiettivo ottimo, bello da vedere e da usare, con una costruzione impeccabile, una stabilizzazione ottima e una resa eccellente, con pochissimi difetti e trascurabili. Come tutti gli zoom di questo tipo, è una lente che cambia le prospettive del fotografo e che aiuta a concentrarsi sui dettagli, sia vicini che lontani, sugli angoli di città e campagna, sui dettagli del viso dei soggetti e su tutti quei particolari che sfuggono ad un grandangolo, per sua natura più generalista e scenografico. È una lente che invita alla riflessione e allo studio e che sa premiare uno scatto in meno e un ragionamento in più da parte dell’utilizzatore. Spiace solo constatare che prezzo e dimensioni (relativamente all’ambiente m4/3) ne facciano una lente di nicchia, per coloro che non solo hanno i soldi per permettersela ma che hanno anche modo di sfruttarla al meglio. Concludo con una nota: non mi sentirete mai utilizzare il termine “professionale” per due motivi. Prima di tutto, credo che spesso e volentieri questo aggettivo sia usato a sproposito per abbindolare clienti ingenui ed ignoranti in materia. Poi, a livello di mercato, l’unica differenza tra un professionista ed un amatore è il fatto che il primo scatta per soldi, il secondo scatta e basta. Ma per il produttore sono semplicemente due individui che acquistano: il professionista non ha più valore di mio zio Franco. Tutto questo per dire che una lente high-end come questa, è destinata a chi con video e soprattutto foto ci campa, certo, ma può dare soddisfazioni enormi a chiunque. La consigliamo? Sì, se potete permettervela è imperdibile
Pro
Costruzione solida
Resa fotografica
Nitidezza
Apertura costante a f/2.8
Stabilizzazione
Contro
Dimensione del paralume
Distanza di messa a fuoco