La qualità è un concetto di cui tutti hanno un’idea vaga ma che, anche sforzandosi, fanno fatica a definire chiaramente. La qualità, come la bellezza, per fare un altro esempio, sfugge ad una definizione univoca perché è difficile da misurare, quantificare e comparare. Certo, di fronte ad una scultura del Bernini si può rimanere affascinati ma la stessa emozione ci colpisce guardando un’alba sul mare. E tuttavia, la comparazione tra due oggetti/fenomeni ci può aiutare a ridurre l’ineffabile a una dimensione più comprensibile. E quale metro di comparazione e di misura migliore del vil denaro. Ecco che un valore assoluto come la qualità viene rapporto al prezzo di mercato. Il rapporto qualità/prezzo esiste unicamente come misura di un concetto altrimenti impossibile da ridurre a degli schemi. Questo rapporto di qualità/prezzo è quanto di più abusato possa esistere. Io stesso mi appello a questo sacro valore ogni qual volta debba giustificare a me stesso o agli altri l’acquisto di qualcosa; perché è rassicurante sapere che ciò che stai perdendo (il denaro) bilancia in egual misura ciò che guadagni (la qualità).
Certo, il lettore più attento potrebbe sottolineare come smuovere una filosofia spiccia come questa non sia una buona tattica per recensire una lente ma, in realtà, il discorso appena concluso non vuole essere pertinente con quanto dirò della lente presa in esame. Questo discorso vale sempre e, anzi, potrebbe tranquillamente fare da introduzione a tutte le recensioni che verranno.
Quindi, volendo discutere del 25mm f/1.7 di Lumix, non si può non cadere nel cliché di parlare del suo rapporto qualità/prezzo. Sarà mio obiettivo dimostrare perché l’unanimità degli utilizzatori di questo modello di lente sia concorde nel definirla “ottima per quello che fa a questo prezzo”. Tagliamo la testa al toro: è una lente economica. Per meno di 200 euro (siamo intorno ai 180) si porta a casa un tesoro di obiettivo: luminoso, pratico, leggero, sorprendentemente nitido.
Tuttavia, dato che siamo qui per discutere di questo oggetto e non solo per snocciolare ovvietà, ecco cosa veramente è necessario sapere di questa lente.
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Costruzione
La costruzione è senza alcun dubbio il motivo per il quale il costo di mercato di questo strumento si attesta intorno ai 200 euro. Pezzi di vetro dentro ad un tubo di plastica. Fine. La solidità lascia a desiderare: la lente è leggerissima, certo, perché pesa solo 125 grammi circa, ma la sensazione che si prova tenendola in mano è che al minimo urto qualcosa si possa rompere. Questo non significa che lo farà, ma il feeling trasmesso al tatto è questo e il fatto che il corpo non sia in alcun modo sigillato contro le intemperie non aiuta. Paradossalmente, la 7Artisans recensita a questo link, pur essendo di dimensioni inferiori, pesa di più e ha un’apparenza di maggiore compattezza. Le dimensioni sono modeste, ma non troppo, considerando che si tratta di una lente nativa per sistemi Micro 4/3: 61x51mm, il diametro della lente è di 46mm, per la cronaca, cosa che rende un po’ più complesso di quanto si possa sperare trovare filtri ND di qualità da abbinargli. Il fuoco si regola attraverso una ghiera/anello che copre quasi tutta la grandezza del corpo della lente. A livello di ergonomia è ottimo, a livello di utilizzo dipende dai gusti. Per coloro che, come me, sono cresciuti usando il M4/3 e lenti come questa, il fatto che l’anello del fuoco giri all’infinito e che sia sensibile alla velocità di rotazione non è un problema. Per chi proviene da altri sistemi, questo rappresenta una notevole fonte di nervosismo, dato che è impossibile sapere ad occhio quanto ruotare il polso per ottenere la messa a fuoco desiderata. C’è una cosa che non ho mai capito di questa lente: l’anello decorativo. Al momento dell’acquisto, la lente è fornita di un anello che va a coprire la filettatura che serve a montare il paraluce. Di per sé l’idea non è stupida: proteggere la suddetta filettatura mentre non si monta il paralume. Peccato che all’atto pratico questo oggettino, questa chicca di design votata all’inutile, sia del tutto superflua perché il paralume può essere ruotato e infilato storto per proteggere tutto il corpo lente dagli urti mentre lo si trasporta nello zaino. Di fatto, l’anello decorativo è stata una cosa che ho tolto appena aperta la scatola e che ho perso poche settimane dopo. Di buono, c’è da dire che l’innesto è in metallo ed è solido: mai avuti problemi in anni di utilizzo, sempre saldo e preciso nell’inserirsi nel corpo macchina.
Prestazioni fotografiche
Sorprendenti. Punto.
Luminoso e nitido, un’accoppiata di aggettivi non sempre presente e non sempre scontata per questo tipo di obiettivi. Se la costruzione non convince, la resa fotografica la rende una lente alla quale è difficile dire di no. L’apertura è ottima. A f/1.7 si può sopperire alla generale carenza di prestazioni in situazioni di scarsa luminosità dei corpi M4/3 e, cosa sorprendente, non ci si pente di usarla a tale apertura perché già a 1.7 questo barilotto di plastica è nitido. Molto. Una nitidezza comparabile a quella di lenti 2/3 volte più costose e senza aberrazioni cromatiche o distorsioni di sorta. Lo sfocato è piacevole, piuttosto morbido e cremoso. La vignettatura è contenuta e veramente trascurabile anche a tutta apertura e, in generale, il feeling di scatto è piacevolissimo perché, in ogni momento di utilizzo, si è consapevoli del fatto che le fotografie saranno nitide e che questa qualità è costata pochissimo. L’unica pecca è l’autofocus che a volta balla un po’. Per il fotografo non è un reale problema, per il videomaker lo è fino ad un certo punto. Personalmente consiglio a chiunque di imparare a focheggiare a mano, soprattutto con una macchina M4/3. È una lente che rende felice l’utilizzatore.
Dato che si tratta di un 25mm, su M4/3 diventa un equivalente 50mm. Una normale luminosa che non deve assolutamente mancare nel corredo di qualsiasi fotografo/videomaker.
Filosofia
La versatilità che offre questa lente è abbacinante. Ottima per le foto, perfetta per i video, leggerissima, portatile, maneggevole, luminosa. Non capisco per quale motivo i corpi Lumix non vengano venduti in kit con questo obiettivo. O meglio, so esattamente perché: è una lente fissa e la paura è che il fotografo si spaventi di fronte all’impossibilità di cambiare focale. A parere del recensore, però, la nitidezza di questa lente, comparata a quella delle lenti che si trovano solitamente in kit, è talmente superiore da giustificarne l’acquisto a prescindere. L’amore per le lenti prime è una cosa che si acquisisce con l’utilizzo. L’approccio allo scatto è diverso. É necessario muoversi nello spazio. Una lente fissa dona tridimensionalità allo scatto ancor prima di premere l’otturatore perché costringe il fotografo a spostarsi, ad avvicinarsi e ad allontanarsi dal soggetto, premiando il posizionamento. Una volta scesi a patti con questa piccola limitazione non si torna più indietro, semplicemente perché la resa fotografica delle lenti prime è superiore agli zoom della stessa fascia di prezzo. Personalmente, è l’unica lente che porto sempre con me in ogni situazione perché so che, se mai dovessi avere la necessità di montarla sulla mia GH5, mi servirà bene. È una sorta di cane fedele. Esistono altri 50mm per sistema M4/3 che sono più costosi e più “professionali” ma non li ho nemmeno presi in considerazione, non ce n’è motivo: primo perché la professionalità non si misura in attrezzatura ma in risultati; secondo perché questa lente costa così poco che non mi spavento a metterla in pericolo. Nel corso del tempo, l’ho praticamente immersa in ruscelli per foto dal basso e nel vino per spot commerciali. Mi sono lanciato in mezzo a folle di scatenati ballerini alle feste e l’ho tenuta al collo anche mentre scalavo vie ferrate in montagna. Tutto questo perché sono consapevole che un eventuale urto potrebbe essere fatale, sì, ma anche irrisorio da ripagare (per il corpo macchina è un’altra storia ma non sempre ho usato una GH5, capiamoci). È una lente d’assalto, coraggiosa e affidabile che può sporcarsi le mani in montagna o sedersi tranquilla per delle riprese in studio. Inoltre, dati peso e dimensioni, è anche una lente perfetta da usare su uno stabilizzatore. Paradossalmente, quella stessa costruzione “plasticosa”, diventa un pregio, in virtù delle sue potenzialità a livello fotografico.
Conclusioni
Questa lente deve far parte di ogni corredo per M4/3. E non solo: questa lente deve essere il primo acquisto dopo l’ottica in kit o addirittura al posto dell’ottica in kit. È un’ottica professionale travestita da entry level. È Maryl Streep: dove la metti sta bene. Nel corso degli anni, ho ampliato il mio parco ottiche per questo sistema, riempiendo man mano le focali di lenti di qualità; ho preso un teleobiettivo, ho preso un grandangolo ma non ho mai sentito il bisogno di cambiare il mio 25mm, anzi, ho costruito il mio corredo proprio con la consapevolezza che questa lente fosse un perno fondamentale e non un peso morto. La qualità è ineffabile perché si nasconde e perché adora sorprendere: questa lente è di qualità e prezzo sorprendenti.
Pro
Costo
Prestazioni fotografiche: nitidezza, resa cromatica, apertura
Versatilità
Semplicità di utilizzo
Contro
Costruzione poco solida
Sistema di regolazione del fuoco