Recensione QianYun Qian39

È buffo come la maggior parte delle persone, pensando a degli auricolari “normali”, pensi a quelli piatti: gli “earbuds”, “quelli senza gommini”, “quelli come le earpods”. È buffo perché la stragrande maggioranza degli auricolari in commercio sono invece di tipo intrauricolare. Credo che quindi l’idea di “normale” derivi da due fattori: la comodità e l’affetto. Comodità in senso fisico, ovvero vestibilità, ma anche perché tutti i possessori di iPhone o Huawei avranno già in dotazione una cuffia earbud. Affetto perché effettivamente, ai tempi dei vecchi Nokia, questo tipo di cuffiette era il più diffuso e fornito con i telefonini.

Questi Qian39 sono proprio auricolari di questo genere; spero dunque di fare cosa gradita a molti, recensendoli.

Ringrazio QianYun Italia per avermi fornito questo sample in cambio di una recensione onesta e disinteressata.

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Unboxing e prime impressioni

Rimarrete stupiti a trovarvi davanti a un unboxing così curato dopo aver speso poco più di una decina di euro per questo prodotto. La scatola è infatti metallica e contiene al suo interno gli auricolari e due schiume per ricoprirli. L’essenziale, ma così ben presentato da essere adatto anche ad un regalo.

Gli auricolari in sé, lo dico subito, non danno alcuna sensazione pregiata. Sono interamente in plastica, con cavo gommato, ma hanno dalla loro parte dei punti di forza: il jack è placcato in oro ed è a forma di L; inoltre, nella zona del cavo in cui i due canali si separano, i due fili sono incollati fino a un’altezza molto elevata, evitando così diversi ingarbugliamenti involontari.

Sono molto leggeri e decisamente comodi: appena indossati non si sentiranno più. Strano a dirsi, isolano piuttosto bene, pur avendo delle aperture sul retro (necessarie al corretto funzionamento del driver).

Riassumendo: hanno chiaramente puntato tutto sulla qualità del suono e nulla sul lato estetico; ma sono comode, molto comode. Un piccolo fatto divertente è che molti, per ovviare alle pecche estetiche, sostituiscano il cavo di queste cuffie risaldandole su un cavo più pregiato. Questo per dire anche che la qualità audio è molto elevata. Ovviamente non è una procedura per tutti – né qualcosa che farei io, onestamente.

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Suono

Al solito, i test sono stati eseguiti con FiiO M7 (la cui recensione è reperibile qui).

Inizio col dire che non ci sono state “cose molto cattive” per quanto riguarda il suono. Non è male con prodotti così economici un risultato del genere. In questo caso, anzi, ci sono state cose decisamente buone e solo qualche criticità.

Come mi era stato preannunciato, la cuffia non è adatta alla musica moderna di tipo elettronico. Infatti, si sentiranno quasi dei vuoti in alcune frequenze, oltre al driver decisamente affaticato da sintetizzatori troppo veloci e suoni pompati. Altre volte, ci saranno dei picchi esagerati nelle frequenze medio-basse, che paiono dei leggeri errori di tuning. Ma con il jazz, le performance acustiche, la musica sinfonica, il pop leggero e il rock classico, questi auricolari danno il meglio di sé. Ed è un livello superiore, a mio parere, anche a cuffie di livello più alto.

La firma sonora generale di questi auricolari è calda, ma non sbilanciata sui bassi. Le frequenze, anzi, sono molto bilanciate ma il suono è liquido e non affatica. Certamente non sono adatte per chi cerca il dettaglio, questi driver non producono un suono analitico. Ma è un suono musicale, piacevole, rilassante e certamente ricercato. Credo che più di così una cuffia di questo livello non si potrebbe spremere.

È difficile parlare dettagliatamente di ogni range di frequenza, soprattutto per questo livello. Farò solo una divisione nelle classiche tre macro-categorie di bassi, medi e alti e concluderò con qualche dettaglio.

I bassi sono una delle parti più gradevoli: suonano e risuonano come ci si aspetta da un ascolto di persona, in modo naturale e controllato. Non c’è uno sfondo scuro, al contrario di quanto ci si potrebbe aspettare: la scena, anzi, è piuttosto pulita. L’effetto che ne viene è di un suono caldo ma una dinamica bilanciata. Anche i medi sono convincenti, con una riproduzione delle voci maschili godibile e chiara. La separazione strumentale è abbastanza buona, anche se talvolta quando si accavallano molte parti c’è un leggero impasto della scena. Gli alti non sono spinti, ma controllati. Le voci femminili suonano in modo pulito e, a chi è sensibile a queste frequenze, posso assicurare che sono molto poco affaticanti. Tutto il contrario delle QT2, ad esempio, recensite qui.

C’è un buon palcoscenico, esteso in ampiezza, e un’immagine virtuale della scena davvero credibile. Ripeto, il prezzo non dà la giusta idea della qualità sonora del prodotto. Consiglio comunque l’acquisto solo nelle circostanze in cui non ci sia bisogno di riprodurre musica elettronica o generi troppo pestati.

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Confronti

Ci sono confronti più o meno sensati da fare riguardo a queste cuffie. Sensato sarebbe paragonarle ad altri “earbuds”, dunque le metterei a confronto con le Xiaomi Half Ear con driver in ceramica e con le 1MORE Piston EO320.

Qian39 vs Xiaomi Half Ear: riassumo in pochi termini l’esperienza di entrambe. Le Qian39 sono tutta sostanza, le Half Ear sono “molto potenziale ma poco sfruttato”. Cosa intendo: le Qian39 sono più settoriali, ovvero riproducono ad alto livello determinati generi e faticano con altri. Le Xiaomi, al contrario, non convincono pienamente in nessun versante, ma è chiaramente udibile un dettaglio superiore in determinati contesti, che se fosse sfruttato meglio con un’equalizzazione attenta darebbe una marcia in più all’esperienza sonora del prodotto. Tra le due scelgo le Qian39, con tutte le pecche estetiche e acustiche del caso.

Qian39 vs 1MORE Piston: chi mi legge sa che ho un debole per 1MORE. Oltre al fatto che le EO320 costano tre volte tanto rispetto alle QIanYun e lo scontro non è propriamente ad armi pari. Ma provo ad essere obiettivo: in ogni settore al di fuori del suono le 1MORE vincono (sono costruite meglio, hanno una migliore dotazione, sono più belle). Ma per quanto riguarda il suono, bisogna dire che il palcoscenico delle Qian39 è davvero di livello e forse supera in ampiezza quello delle Piston, nonostante queste ultime siano decisamente più aperte sul retro. Il dettaglio è però superiore nelle Piston. E il consiglio è: per il prezzo, prendete le Qian39. Per una maggiore versatilità e un’estetica appagante, oltre a diversi accessori utili, prendete le Piston. Tra le due cosa scelgo io? Non è così facile. Le 1MORE sono sempre state con me da quando le ho prese e mi hanno dato molta soddisfazione, ma in determinate circostanze – penso all’ascolto di musica jazz – le Qian39 suonano in modo più appagante, più pieno e dinamico.

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Conclusioni

Consiglio l’acquisto delle QianYun Qian39? Sì, nel modo più assoluto. Secondo la mia esperienza sono un paio di auricolari fantastici per la cifra a cui sono offerti. Attualmente, non sono venduti in Italia col microfono, ma mi è stato comunicato che in qualche mese dovrebbe arrivare anche quella versione. Seguendo anche la scena mondiale degli auricolari e le preferenze degli utilizzatori, ho scoperto come siano tra le più apprezzate cuffiette economiche tra gli appassionati. Non fatico a crederlo, anche a me è già capitato di consigliarle. Penso che in termini di rapporto qualità-prezzo siano il miglior paio di cuffie che abbia mai provato.

Lascio i link per l’acquisto ad Amazon qui sotto. Seguendomi su Facebook (qui), posto occasionalmente delle offerte quando l’azienda sconta questo articolo.

Recensione Xiaomi Dual Driver BRE01JY Half Ear

Chi conosce la line up di cuffie di Xiaomi sa che è piena di modelli in ear – di quelli a gommini, per intenderci – e diversi modelli on ear prodotti principalmente da 1more. Quelli che vado a recensire sono i primi auricolari “classici” à la earpods, forse il modello più atteso dal sottoscritto; non tanto per il fatto che io sia avverso ai gommini, anzi, ho constatato che in quanto ad auricolari la fedeltà sonora è certamente superiore se si trova la misura giusta per il proprio orecchio. Piuttosto per il fatto che, per un uso “casual”, una cuffia meno isolante e più facile da rimuovere al bisogno spesso si rivela una scelta più azzeccata. Questo modello è esattamente quello che mancava a Xiaomi, e copre una fascia di pubblico potenzialmente molto ampia. Lo fa anche in modo intelligente, perché si piazza in una fascia di prezzo veramente interessante.


Qua apro una piccola parentesi: molti audiofili spesso faticano anche lontanamente a considerare dei prodotti con un prezzo inferiore a 50 euro (cifra indicativa), perché abituati e “viziati” da un suono sempre più accurato e preciso. Non posso dar loro torto: ogni qualvolta mi capiti di provare una cuffia migliore di una precedente, tornare indietro è una fatica perché l’orecchio ne soffre. La mia missione, se così vogliamo chiamarla, è individuare anche tra modelli molto economici (e con questo intendo addirittura sotto i dieci euro) un suono che possa regalare qualcosa. Anche perché investire cifre importanti per l’hardware ascoltando sorgenti come Spotify è un controsenso, e Spotify ha 170 milioni di utenti attivi al mese. Anche e soprattutto per loro, ricerco il miglior suono al minor prezzo.


Vengo dunque a questi auricolari. Il giorno della presentazione ho visto finalmente esaudirsi alcuni desideri che covavo da tempo: una cuffia di questo genere prodotta da Xiaomi, in primis; ma soprattutto qualcosa che fosse comodo quanto le earpods di Apple, senza essere pessimo come le earpods, senza costare come le earpods. Effettivamente, con un costo di 15€ e la relativa garanzia del marchio Hi-Res pareva essere tutto realizzato.


Da quando le ho in mano, ho evidenziato qualcosa di positivo e qualcosa che mi ha convinto meno. Il design innanzitutto: un punto a favore per il jack a 90°- per me fa davvero la differenza – e un ulteriore punto per l’estetica, accattivante e originale, nel suo ricordare comunque la controparte. Meno convincente la scelta dei materiali: è vero che si tratta di un prodotto economico, ma il filo è gommato – avrei preferito del nylon, anche solo per evitare i nodi – e l’intera costruzione è plastica. Anche i pulsanti a filo per il volume e altre funzioni non danno una sensazione di estrema qualità. Sotto questo frangente sono stato solo parzialmente soddisfatto.


Dove si è investito di più è certamente sulla qualità dell’audio. I driver (doppi) sono in ceramica e regalano una spazialità davvero interessante. Le ho provate con diversi generi e dove mi hanno più convinto sono state in acustico: il folk pare il genere che gradiscono di più. Le ho gestite con il DAP DA106 di Dodocool e con Mi MIX 2 (che, ahimè, ancora non ha nelle impostazioni degli effetti audio questo preciso modello). Il volume col primo è senza dubbio più alto, segno che gestisce meglio l’impedenza di 32 Ω che è effettivamente sopra la media. Arrivano a un volume dichiarato di 105 dB e la risposta in frequenza è compresa tra 20 e 40k Hz: gli alti sono effettivamente chiari e ben distinti, ma devo dire che non ha per nulla dei cattivi bassi. Senz’altro, però, non è una cuffia improntata su quelli – per fortuna, dal mio canto. Ho ascoltato della musica classica con discreta soddisfazione ma non è di certo una cuffia che rende a dovere un’intera orchestra. Inoltre l’isolamento è davvero scarso, non tanto perché saremo disturbati dai rumori esterni, ma perché noi disturberemo gli altri. C’è una dispersione non indifferente; d’altro canto il volume è parecchio alto (sempre considerando una sorgente che lo gestisca a dovere).


Per farla breve, è un auricolare che consiglio per ascoltare registrazioni più minimali – ricordate Royals di Lorde? Quello è un pezzo che rende bene qui – perché quando comincia ad esserci sovrapposizione di strumenti non sempre la sfanga a dovere. Non bisogna fraintendere, per 15€ il suono ha molta più qualità di una cuffia dello stesso genere di Apple che costa più del doppio; ma non ha la stessa qualità della maggior parte delle in ear della stessa fascia di prezzo. Un confronto onesto sarebbe con le AM116 di Huawei (secondo me ancora un gradino sotto a queste) o con le ZTE in dotazione con gli Axon. Confronti che arriveranno col tempo.


Sicuramente se si apprezza il tipo di auricolare ne consiglio l’acquisto. Visto il prezzo esiguo, anche come cuffia di backup è un’ipotesi da non scartare. Se devo pensare a un voto? Quasi un 8.

Nota finale: se utilizzate non per ascoltare musica ma per esempio per l’audio di un film o i banali suoni di sistema di un dispositivo la precisione è veramente di livello. Segno che la qualità c’è, ma per ottenerla con la musica c’è bisogno di equalizzare un po’.