Prezzo: 16€
Dove acquistarli: https://shrsl.com/25zde
Pagina del prodotto: https://www.meizu.com/en/accessory/ep3c.html
Specifiche tecniche:
Risposta in Frequenza: 20-40000Hz
Tipo di Driver: Dinamico da 14 millimetri
Impedenza: 32 Ohm
Sensibilità: 101dB ± 3dB
Un ringraziamento a Gearbest per il sample fornitoci per la recensione.
Io non apprezzo le EarPods. Sono auricolari che gratuitamente possono anche avere un senso (ed è bene che siano inclusi nelle confezioni degli iPhone) ma che per i 35€ richiesti sono una truffa legalizzata. Eppure hanno fatto scuola. Il design è ormai iconico, tanto da essersi evoluto nelle criticatissime – e successivamente amatissime – true wireless di Apple. Come ogni cosa che fa scuola, è stato un design d’ispirazione per molti brand – Huawei/Honor ha dei modelli come l’AM115 o 116 che sono dei chiari riferimenti alle stesse EarPods, anche nei materiali. Allo stesso modo fa Xiaomi, con i propri Dual Driver in ceramica – anche se in colorazione nera. E tutti questi hanno poi dei modelli Bluetooth che si rifanno alle AirPods, dunque il pattern è chiaro e ormai non stupisce più. Meizu, però, ha un passato diverso.
Non tutti sanno che Meizu produceva lettori MP3. È un’azienda dedita all’alta fedeltà portatile sin dagli albori, con alcuni successi più importanti di altri. A noi interessa il passato recente, però. Ci sono modelli interessanti volti agli appassionati dell’audio, come i Meizu Flow, e addirittura dei monitor da palco – i Live, dal nome del tutto azzeccato. Non ho avuto la possibilità di testare né gli uni né gli altri (né ho citato le cuffie sovraurali, che pure sono veramente interessanti) perché l’argomento di oggi riguarda un modello che, come molti degli altri sopra menzionati, somiglia alle EarPods. E non è necessariamente un male.
Unboxing
Le EP3C si presentano con una scatola bianca del tutto adatta all’esiguo prezzo di vendita (siamo intorno ai 15€). Curioso notare come siano stati spesi dei soldi per una certificazione inutile qual è la Hi-Res. Sia chiaro, fa sempre piacere trovarla, ma qual è il senso di investire a fin di marketing in una certificazione che assicura il raggiungimento dei 40kHz quando l’orecchio umano a stento raggiunge i 20k? Soprattutto in un modello di fascia così bassa. Xiaomi ha fatto lo stesso gioco con le Half Ear (a proposito, le abbiamo recensite qui all’inizio di questa avventura editoriale). La differenza è che a Xiaomi è andata maluccio, perché quel modello poteva suonare molto meglio di quanto non facesse, mentre queste EP3C – pur piene di difetti – almeno suonano bene.
Hardware
Parto col dire che sono costruite bene ma con materiali scadenti. I fili all’interno sono sottilissimi e tale è la guaina protettiva in gomma: non ci siamo. Danno l’idea di rompersi solo a guardarle. Non ho mai trovato cuffiette di questo genere che non mi dessero questa sensazione, se può consolare. Hanno un attacco USB C – quindi sono pensate per essere usate con smartphone sprovvisti di jack, come il mio Xiaomi Mi MIX 2 –, un microfono e una pulsantiera a tre tasti (volume su e giù, rispondi alle chiamate/play/pausa). Il cavo purtroppo si aggroviglia di continuo ed è parecchio disagevole.
Suono
Tutto questo, fortunatamente, può essere messo in secondo piano, se quello che si cerca è qualità audio. Il microfono, intanto, è buono e non ha quel filtro metallico che si sente spesso con gli auricolari economici. Ma la riproduzione musicale è quella che più stupisce. L’isolamento, ovviamente, è minimo, ma può essere un bene poter sentire i rumori ambientali durante l’ascolto di tracce, facendo allenamento, ad esempio. Nessuno in questo caso si aspettava di meglio. La qualità generale del suono è superiore a tutte le cuffie già menzionate (EarPods, Half Ear di Xiaomi, AM116 di Huawei). Un rapido confronto di prezzi: 16 euro circa per le EP3C, dai 7 euro in giù per le Huawei e le Xiaomi e 35 euro per la controparte Apple. Quel che è chiaro per me è questo: sono tutte praticamente uguali, per cui anche i prezzi di produzione mi aspetto siano simili. Huawei ha fatto la mossa migliore: un prezzo irrisorio per una qualità paragonabile a quella delle EarPods. Xiaomi ha fatto un passo falso inizialmente, perché ha un prodotto che non è nulla di speciale, non aveva un prezzo altrettanto basso all’uscita e nel mio caso ha smesso di funzionare da solo. Meizu si colloca nel mezzo, perché – pur non ispirando granché – ha realizzato la cuffia che suona meglio.
Il basso non è troppo corposo, complici anche le due aperture per il suono. Ma è naturale e personalmente lo preferisco a soluzioni pompate ma poco credibili. La gamma media respira, fornendo delle buone voci – non ottime, ma sono limiti dei driver a mio parere. La separazione strumentale è buona, come generalmente riesce ad essere nelle cuffie semiaperte. C’è anche un buon senso di spazialità, sebbene poco preciso e piuttosto dispersivo. Le alte frequenze sono in linea con la gamma media, non squillanti e nemmeno sibilanti, ma niente di eccezionale in velocità – le percussioni non sono nulla di impressionante. In generale non è un suono a cui darei plausi particolari e specifici, insomma. Ma è un suono superiore alle proposte della concorrenza ed è generalmente solido e credibile, aspetto difficile da trovare in prodotti di questo tipo.
C’è quasi sicuramente un DAC dedicato all’interno di questo attacco di tipo C, in quanto HF Player riconosce le cuffie con tanto di nome e frequenze di campionamento native disponibili. Tutte le controparti che ho provato erano a jack, quindi non sono in grado di valutare le differenze in questo campo.
Confronti
Apple EarPods: le EP3C vincono a mani basse sotto ogni frangente. Non ho mai capito come si potessero giustificare le EarPods e dopo aver provato queste Meizu ho ancora più dubbi a riguardo. Non c’è corpo, non c’è naturalezza né spazialità nella versione di Apple, che ha il pregio/difetto di isolare di più – c’è una sola apertura anziché due.
Huawei AM116: per il prezzo – talvolta tocca i 3€! – mi hanno subito stupito. Non è certamente una cuffia che sceglierei di ascoltare, ma per le emergenze è ottima e costruttivamente anche superiore alle altre. Come suono se la gioca con le EarPods, rimanendo forse un gradino sotto – comprensibilmente.
Xiaomi BRE01JY Half Ear: interessanti le alte frequenze di queste cuffie, gestite da un driver in ceramica, ma il crossover è gestito in modo approssimativo e non suonano in modo particolarmente naturale né accattivante. La mia ultima scelta al pari con le EarPods.
Conclusioni
Per il tipo di prodotto, che – sottolineo – mi convince poco o niente, le Meizu EP3C svolgono egregiamente il proprio lavoro. Sono le classiche cuffie tuttofare da battaglia; questo, purtroppo, prevede che si perdano o si rompano facilmente, e per un modello che va dai 16 ai 25 euro non è così scontato ricomprarlo ogni volta. Il posizionamento non è immediato, dunque. Fossero state un po’ più resistenti, sarei stato meno restìo a consigliarle. Ad oggi, sono il classico paio di earbuds bianche orientali che rischia di passare in osservato essendo troppo simile a molte altre. Eppure suonano meglio, e se è questo che conta per voi, vi consiglio di dar loro un’opportunità.