Recensione Tin HiFi / Tin Audio T2 Pro

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Specifiche:

  • Doppio driver dinamico (Woofer da 10mm + tweeter da 6mm)

  • Impedenza: 16 Ohm

  • Sensibilità: 102 dB/mW

  • Risposta in frequenza: 12-40k Hz

 

Ringrazio Lillian di Linsoul per il sample e la cortesia. Trovate la mia recensione in lingua inglese qui: https://simplyaudiophile.wordpress.com/2018/12/15/tinaudio-t2-pro-review-skip-this-one/

 

Se c’è un prodotto che ha smosso il mercato budget del 2018 in ambito audiofilo, sono state le T2. Tin Audio, arrivata al secondo modello, sembrava essere la miglior scelta per la maggior parte delle persone. Con questa declinazione, che vuole essere una raffinazione di quel secondo modello, l’asticella vuole salire ancora. Purtroppo, non ho ancora avuto occasione di provare le T2 non Pro, dunque mi è difficile dire se effettivamente rispetto a quelle c’è stato un passo avanti.

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Unboxing e prime impressioni

Un fattore di sorpresa in queste cuffie è quello delle prime impressioni: la scatola con cui arrivano è esattamente la stessa degli orologi Daniel Wellington (metto le foto per il confronto di seguito). La presentazione è molto elegante ed evidenzia subito i pregi delle cuffie: la costruzione, il cavo removibile, i tips in memory di un inusuale colore azzurro e il design particolarmente azzeccato. Per essere sempre neutrale, devo comunque avanzare una critica: forse era meglio mettere un astuccio rigido per il trasporto anziché una scatola tanto bella quanto poco funzionale. In ogni caso, oltre ai tips in memory ci sono altri gommini in silicone – che ho preferito, perché il foam utilizzato è un po’ troppo rigido. Il cavo è davvero bello, al tatto sembra quasi tessuto; è però un po’ sottile e dà l’impressione di essere fragile. È intrecciato e non ha comandi a filo né microfono. Ci si accorge immediatamente di due cose: le dimensioni delle cuffie, certamente importanti; il fatto che la destra e la sinistra siano “storte”. Cosa intendo? Che nonostante le dichiarazioni dell’azienda di poterle indossare come delle In Ear o come dei monitor (attorno all’orecchio), non si può evitare di storcere il naso nel primo caso: la protuberanza della cuffia collide con quella dell’orecchio, quando dovrebbe essere una questione complementare. Ma è un problema relativo, perché il mio consiglio è di indossarle nell’altro modo, come dei monitor. Il fit è mediocre: viste le grandi dimensioni, per un orecchio medio-piccolo come il mio sarà leggermente scomodo e poco confortevole l’utilizzo di queste cuffie. Certamente, la migliore solidità l’ho avuta con i gommini più piccoli in silicone; non, come al solito, con quelli in memory foam, che non hanno la consistenza più adatta a mio parere e sono decisamente troppo grandi. Oltretutto, di silicone ce ne sono di due diversi tipi: consiglio quelli col buco più grande – come quasi sempre mi capita – perché sono più bilanciati nelle frequenze e offrono un palcoscenico più realistico.

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Suono

Le mie sorgenti sono state: FiiO M7, Dodocool DA106, Focusrite 2i2 da MacBook Pro 2012. I file audio vanno – in ordine decrescente – da DSD (Pink Floyd) a FLAC 24/92 (Queen, Jack Garratt) a FLAC 16/44 (Bon Iver, Greta Van Fleet, Jacob Collier, …) ad ALAC (Sia) a MP3 320 (Jamie Cullum, Niccolò Fabi, Everything Everything, …).

 

Ho subito notato due cose ascoltando le T2 Pro: i bassi sono solo sufficienti, gli alti sono eccessivi. Questa l’esperienza in sintesi di una cuffia che si vuole presentare neutrale, ma non ci riesce pienamente. Piccolo passo indietro. Le T2 erano molto neutrali e bilanciate a detta delle recensioni, ma mancavano di bassi. La “geniale” idea dell’azienda è stata quella di rifare il tuning, farle uscire con l’aggiunta di “Pro”, ma anziché lavorare sui bassi sono stati enfatizzati gli alti. Una mossa terribile. Il suono è aspro, sibilante a livelli insopportabili (per il mio orecchio, logicamente). Il basso è onesto, ma potrebbe fare di più. Di buono, anzi, molto buono, c’è il dettaglio impressionante e l’altrettanto buona separazione strumentale, che se la gioca con le ADVANCED M4 e supera sicuramente le BGVP DMG e le NiceHCK M6. Anche l’isolamento è buono. I medi sono la parte migliore della risposta in frequenza, sebbene rovinati dalla gamma alta troppo preminente e sovrastante. La cosa che si può fare è trovare la giusta combinazione tra sorgente e gommini. Il FiiO M7 non è stato di grande aiuto, perché non è una sorgente calda, per cui non ha smorzato l’asprezza. Migliore l’esperienza con il Dodocool DA106, di cui però ho intenzione di liberarmi per il software inutilizzabile. La peggiore esperienza in assoluto è stata con l’Audirect Whistle, che già dal nome anticipa il suo carattere fischiettante. Di certo una pessima sinergia con questa cuffia. Il mio consiglio, se siete sensibili alle mie stesse caratteristiche del suono, è di evitare questo modello oppure di equalizzarlo pesantemente. Seriamente: è meglio smorzare il suono con dei segnali elettrici e risentirne nella pulizia generale, piuttosto che rimanere offesi dalla pessima equalizzazione di default. Ad esempio, l’equalizzazione “Blues” dai preset del FiiO M7 aiuterà non poco a placare i bollenti (anzi, gelidi) spiriti di questa gamma alta e a darci un’impressione di bilanciamento vagamente superiore. Anzi, non voglio sembrare troppo cattivo: diventano ascoltabili. Se aveste un DAP con chip dedicato all’equalizzazione – un Lotoo ad esempio, che io sfortunatamente non possiedo – potete agire a livello più dettagliato e profondo. Osservate la risposta in frequenza di queste cuffie, e abbassate di qualche dB tutta la gamma alta (5/10 dB). In questo modo diventeranno probabilmente delle T2, senza Pro. E allora mi chiedo: perché non acquistare direttamente quelle a prezzo inferiore?

Il palcoscenico è molto buono, avvolgente, spazioso. Peccato, peccato per le voci troppo taglienti. Queste cuffie suonano esattamente come le RevoNext QT2 con più dettaglio. Per il mio gusto, sarebbe anche un tuning interessante: non ho bisogno di più basso di questo, la spazialità c’è, i medi ben delineati e separati. Vorrei provare le T2 modello base, e vedere cosa ne sarà del prossimo modello (restate sintonizzati, che arriveranno presto). Perché, nonostante tutto, c’è un potenziale raro in un suono del genere che ha solo bisogno di essere raffinato. D’accordo, molto raffinato, ma questi driver sono di assoluto livello e lo si sente dalla risoluzione e dalla precisione della riproduzione.

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Confronti

YinYoo V2 (40$): le preferisco. Le preferisco nonostante siano totalmente V-shaped, non adatte alla produzione, poco bilanciate, non neutrali. Perché quando le si ascolta non affaticano, e si possono usare per ore. Anzi, sono state il modello che ho preferito, in generale, lo scorso anno. Queste T2 Pro sono potenzialmente più capaci e questo non si può negare. Le V2 sono nate come una copia, e sfortunatamente per Tin Audio sono riuscite meglio in generale. Ma siate certi che le V2 non vi regalano un dettaglio del genere, né questa scena immaginaria. Hanno sicuramente più basso, una gamma alta più rilassata ma anche dei medi più incassati. Non so, tra i due litiganti il terzo (le T2 base) gode?

 

ADVANCED M4 (50€): scontro impietoso. Sebbene il dettaglio sia leggermente inferiore alle T2 Pro, le M4 hanno un tuning (per me) perfetto. Neutrale e bilanciato come non ne avevo ancora ascoltati. Posso tentare di difendere le T2 Pro per il cavo removibile, ma non ho alcun reale motivo per preferirle alle ADVANCED, anzi. Perfino la gamma alta, unico punto a sfavore delle M4, per me è migliore di quella delle TinAudio, che ha più dettaglio, più sostanza, ma un’enfasi eccessiva e sgradevole.

 

RevoNext QT2 (35€): molto, molto simili in termini di suono. La tecnologia è diversa (le RevoNext sono ibride, le Tin Audio solo dinamiche), ma la resa è comparabile. Preferisco le T2 Pro, per la dotazione migliore e per il dettaglio: sono incredibilmente analitiche. D’altro canto, non posso negare che le QT2 erano state un modello molto apprezzato. Come faccio dunque a preferire ad esse un modello che sto quasi bocciando? Perché in termini assoluti le T2 Pro sono superiori, ma relativamente al prezzo penso che il valore delle QT2 le batta.

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Conclusioni

Sebbene il mio personale gusto mi impedisca di apprezzare questo modello dal punto di vista della distribuzione delle frequenze, ne riconosco assolutamente le capacità. Non solo: per chi ama il dettaglio negli alti o addirittura non ha la mia stessa sensibilità in quella gamma, le T2 Pro potrebbero suonare in modo veramente bilanciato e gradevole per molti (e si spiegherebbe senz’altro il perché dell’apprezzamento quasi unanime della scena nei confronti di questi auricolari). Io metto le mani avanti: non ve le consiglio allo stato attuale, e non avendo provato il modello base non posso consigliarvi quello ad occhi chiusi. Posso anticiparvi che è in arrivo la recensione delle T3, però, che sono un modello davvero interessante e senz’altro più vicino al mio gusto.

Recensione YinYoo V2

Tra le cuffie più consigliate dagli appassionati, nella fascia dei 50$, ci sono le T2/T2 Pro di TinAudio – ora TinHiFi. Delle due io ho in prova la versione Pro, e non ne sono per nulla entusiasta. Mi spiegherò meglio nella recensione dedicata. Questo preambolo perché? Perché queste V2 di YinYoo, protagoniste della recensione di oggi, sono palesemente ispirate a questi modelli sopra citati, sia per design che per configurazione hardware, che per prezzo – che per nome, probabilmente. Eppure, provandole entrambe in modo approfondito, posso dire di preferire sotto ogni aspetto le V2 di YinYoo. Il problema più evidente che molti evidenziavano alle T2 era, nel loro dettaglio cristallino, la carenza di bassi. Così TinAudio ha fatto uscire il modello Pro, enfatizzando però gli alti. Pessima mossa, dal mio canto, perché sono stridule ed aspre nonché esageratamente sibilanti. YinYoo, più furba, ha invece sfornato un prodotto molto simile ma con quel basso in più che mancava alle concorrenti.

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Questo sample arriva da AK Audio, e per i lettori di techinblack.it il prezzo sarà di 39$ acquistando dal loro store seguendo queste istruzioni: durante l'ordine basterà scrivere "techinblack.it" nell'apposito spazio per lasciare un messaggio al venditore, piazzare l'ordine senza aggiungere un metodo d'acquisto, e aspettare la notifica dell'aggiustamento del prezzo. Dopodiché si potrà pagare ottenendo questo prezzo discount davvero vantaggioso. Se avete bisogno di assistenza, scriveteci sulla pagina Facebook via messaggio privato: https://www.facebook.com/techinblackstaff/

 

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Unboxing e prime impressioni

Le differenze con gli altri modelli ci sono, comunque: le V2 sono leggermente più piccole, il cavo è 2-pin .78 mm e non MMCX, c’è un comodo astuccio rigido per il trasporto; di contro, mancano i tips in memory foam – ma quelli in silicone sono ottimi. Un’altra “furbata” è stata quella di invertire la forma dell’auricolare destro con quella dell’auricolare sinistro, rispetto alle T2, che effettivamente erano nate “storte”. Non è difficile, in realtà, fare lo switch nelle T2 (basta attaccare diversamente il cavo), ma può essere visto come un difetto di progettazione. Con queste V2, invece, è tutto al posto giusto. Il cavo è molto buono e arriva già montato agli auricolari. Non soffre di microfonicità ed è molto elegante. La vestibilità è fortunatamente superiore alle T2, che erano leggermente troppo grandi e i gommini in memory, seppur di discreta qualità, erano anch’essi di dimensioni generose. L’isolamento passivo è di ottimo livello: anche utilizzando i gommini bianchi più piccoli, che sono quelli che meglio si adattano al mio orecchio, i rumori esterni sono attutiti quasi totalmente. Un’ottima cosa è che, oltre agli stessi gommini, anche il cavo sarà sostituibile con uno aftermarket – facendo attenzione a prenderlo della giusta misura: il 2 pin della stessa YinYoo che possiedo non va bene, perché la distanza è di .03 mm differente. Altro punto a favore è l’astuccio per il trasporto che è davvero di qualità ed è più spazioso di tanti altri che utilizzo.

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Specifiche tecniche

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Suono

Ho capito, col tempo, che il FiiO M7 – pur essendo una buona sorgente – è sibilante. Una cuffia che soffre di sibili di natura difficilmente avrà un’ottima sinergia con quel lettore. Con le T2 Pro, infatti, è davvero fastidioso; con queste V2 no. Per cui ho piacevolmente testato questo prodotto in accoppiata con quel player. Quello che mi è stato consigliato dal fornitore, oltre al burn-in, è di utilizzare i gommini più larghi per godere al meglio delle frequenze alte. Però, dal momento che gli alti sono apprezzabili in ogni caso, ho preferito dare priorità al comfort usando i gommini piccoli. Dopo diverse ore di utilizzo, effettivamente il suono ha giovato del rodaggio dal punto di vista della spazialità. Riassumo in breve la mia esperienza prima di scendere nel dettaglio: questi IEM sono un ottimo prodotto. Il bilanciamento delle frequenze è corretto, la curva di risposta a V dona un suono poco affaticante e piuttosto colorato. Se cercate un prodotto dal suono analitico per la produzione musicale, non fa proprio al caso vostro. Per il restante pubblico, che occupa la maggioranza della popolazione, queste cuffie saranno invece una scelta da tenere in seria considerazione: reggono volumi alti, isolano bene, stanno piuttosto salde all’orecchio e hanno un suono adatto a qualsiasi genere musicale. I bassi corposi, estesi in profondità, rendono le V2 il classico prodotto “che piace al primo ascolto”. I medi sono leggermente arretrati, ma non vengono inficiate né le voci, né gli strumenti nella chiarezza delle singole parti. Gli alti sono buoni, con pochissimi sibili, e sono la parte che più migliora con l’uso – “out of the box” sembrano un po’ timidi. Il palcoscenico è credibile, non ampio all’inverosimile, ma aiutato da un generale sfondo scuro che è caldo e avvolgente. Sia chiaro questo: presi singolarmente, questi singoli punti che ho elencato non eccellono; sono però ben amalgamati nell’insieme, e rendono il prodotto veramente interessante, soprattutto pensando alla cifra a cui sono offerti. Mi vengono in mente le 1MORE Piston In-Ear: la firma sonora è simile a quella di queste V2, ma il suono lì è molto più congestionato e la spazialità ridotta; per una cifra molto simile, i vantaggi qui sono moltissimi: in termini di tuning siamo lì, ma queste V2 sono un chiaro upgrade anche e soprattutto per chi apprezza quel tipo di risposta in frequenza che utilizza 1MORE. Il cavo removibile, poi, è sicuramente un altro punto a favore delle YinYoo; è vero che arrivano senza microfono, ma nulla ci vuole a comprare un cavo da pochi euro con microfono integrato. Questo era solo uno di più confronti che farò in seguito all’interno di questa recensione.

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Ci tengo a sottolineare che non è il caso di usare queste cuffie come monitor da studio: l’enfasi nelle basse frequenze dà l’impressione di avere un corpo in quella gamma che in realtà non si sta ottenendo; questo vale per tutti i prodotti V-shaped e simili, ed è per questo che non le posso consigliare per quel tipo di utilizzo (alternative a prezzi simili più adatte a quelle situazioni sempre a fine articolo).

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Confronti

TinAudio T2 Pro (60$): a parte le differenze già citate (quali l’attacco MMCX e il fatto che cuffia destra e sinistra, in quanto a forma, siano invertite), le T2 Pro sono cuffie molto dettagliate e analitiche, mentre le V2 sono più volte ad un ascolto casual e prolungato. Ho trovato le T2 Pro veramente difficili da ascoltare, per gli alti troppo taglienti e i bassi carenti. Le V2 sono assolutamente superiori, con un carattere più scuro, dei bassi credibili, un palcoscenico altrettanto valido, una maggiore resistenza ad alti volumi senza distorcere, ed altri fattori più banali come le dimensioni leggermente più compatte, che donano un comfort superiore. Ho preferito anche il cavo nelle V2. Per me – sottolineo che è un parere personale – ci sono solo due punti a favore delle T2 Pro: il dettaglio e i tips in memory foam. E non valgono, dal mio canto, la scelta rispetto alle V2.

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RevoNext QT2 (40$): questo è un bellissimo confronto. Entrambi questi monitor condividono lo stesso standard 2 pin .78 mm, entrambi sono in metallo, la fascia di prezzo è la stessa. Cosa cambia tra i due? Il comfort prima di tutto: nelle V2 è superiore, sebbene la vestibilità sia buona anche nelle QT2; il problema, con quelle, è il fatto che dopo un po’ di tempo di utilizzo, gli spigoli del guscio faranno male alle orecchie. Le firme sonore sono molto diverse: le V2 sono più “facili” da ascoltare, le QT2 più analitiche. Consiglierei le seconde per live stage e produzione musicale, perché per l’ascolto penso che le V2 siano un passo avanti in termini di affaticamento (le RevoNext soffrono un po’ di asprezza negli alti; sono brillanti). Il cavo delle QT2 non è granché, per cui consiglio, nel caso vogliate acquistarle, di prendere le QT2S, identiche ma con cavo aggiornato. Trovate la mia recensione qui.

 

Meze 12 Classics (80$): nonostante costino il doppio, non suonano “due volte meglio” (mi prendo la licenza di usare questa formula). Le Meze 12 Classics sono un ottimo paio di auricolari, di cui ho apprezzato dotazione, costruzione, suono e filosofia. Suonano in modo simile a queste V2, in termini di firma sonora: divertenti, V-shaped, un po’ scure, che non fanno degli alti il loro punto di forza. Hanno qualcosa in più e qualcosa in meno. Più dettaglio, i gommini in memory foam, ma un cavo non removibile e a mio parere un palcoscenico meno esteso. L’eleganza del legno con cui sono costruite può farvi protendere verso la loro scelta, ma io penso che il valore per il prezzo pagato sia superiore nelle V2, comunque ottimamente costruite. Il comfort, tra l’altro, è stato molto critico per me con le Meze, anche coi gommini in memory. Non posso dire che in assoluto sceglierei le V2, ma relativamente al prezzo le preferisco alle Meze, che non sono totalmente soddisfacenti – considerando che con 80$/€ di YinYoo V2 ne prendo due paia.

YinYoo V2 Frequency Response

YinYoo V2 Frequency Response

Meze 12 Classics Frequency Response

Meze 12 Classics Frequency Response

 

1MORE Voice/Piston In Ear (35$): controverso paio di cuffie, che ho amato per design, qualità costruttiva e dotazione, ma non ho totalmente compreso in termini di suono. Anche con queste Piston lo sfondo è scuro e la risposta in frequenza a V, ma - come ho già accennato - il suono è più congestionato e la spazialità non totalmente avvolgente. Il comfort è comunque ottimo. Le V2, però, sono un passo avanti. Il cavo removibile, la possibilità di indossarle in più modi diversi, l’astuccio per il trasporto rigido, il maggior numero di gommini, un suono più avvolgente e generalmente più pieno mi fanno protendere per le YinYoo, per soli 5$ in più.

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Conclusioni

Se sono stato così entusiasta nel parlare di questi IEM, un motivo c’è: sono tra i migliori auricolari che io abbia provato in relazione al prezzo di vendita. Sono un prodotto studiato nel dettaglio, che non lascia trascurato alcun aspetto. Dall’astuccio per il trasporto, all’ottimo cavo, al gran numero di gommini presenti, al suono davvero credibile e adatto ad ogni genere musicale e/o bisogno personale. Essendo una cuffia con cavo removibile, rientra nel mio solito consiglio: con un cavo Bluetooth vi togliete la noia del filo, con un cavo con microfono sono perfetti come auricolari anche per le chiamate, e col cavo di serie potete godervi la musica con una connessione cablata alla migliore qualità possibile – se siete cultori, potete anche prendere un cavo a masse separate per una connessione bilanciata. Tra le cuffie che ho consigliato, queste stanno senz’altro in cima alla lista.